[Fis] The Age of Discord. The Foundations of DIS-information Science
Pedro C. Marijuan
pcmarijuan.iacs at aragon.es
Mon Dec 2 13:04:58 CET 2019
Francesco, your two messages of 26/11 were properly distributed through
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Best--Pedro
El 02/12/2019 a las 7:47, Francesco Rizzo escribió:
> Cari tutti,
> che fine ha fatto il messaggio che Vi ho inviato il 26 novembre
> scorso? Mi sembra assai strano che le mie considerazioni sui
> concetti-principi-espressioni di informazione, dis-informazioni,
> tras-informazione, tras-in (de) formazione, etc., di cui avete
> parlato Voi in modo molto interessante ed ho parlato anch'io siano
> rimasti inosservati!
> Tuttavia, continuo a rappresentare la fede dell'obbedienza o
> l'obbedienza della fede nei Vostri confronti, trasmettendovi il
> seguente stralcio di una mia scrittura (Rizzo F., "Valore e
> valutazioni. La scienza dell'economia o l'economia della scienza",
> FrancoAngeli, Milano, 1995-1999, pp. 638-639) che potrebbe rivelarsi
> proficuo e utile al confronto-discussione della Fis
> ***
>
> ⌠A. Se il messaggio ha finalità estetiche non può non essere
> strutturato in modo ambiguo o, apparentemente, contraddittorio. *In
> quanto /affermazione /di un codice è ordine che si sovrap**–**pone
> come sistema di probabilità, in quanto negazione di un codice di cui
> contravviene l‘organizzazione dei significati e la forma fisica dei
> significanti, fa cadere il recettore in uno stato di eccitazione e di
> tensione interpretativa*.**
>
> *L’ambiguità del messaggio introduce disordine o incertezza nel codice
> che era stato concepito come sovrapposizione ordinata al disordine
> entropico dell’equi**–**probabilità della fonte*. Questo processo
> semiotico può schematizzarsi nel seguente modo:
>
> disordine (entropico) iniziale → sistema di probabilità (codice) →un
> messaggio introduce disordine nell’ordine iniziale e diventa la
> sorgente di una nuova catena comunicativa →filtra i significanti e
> diventa un nuovo messaggio → facendo sorgere un nuovo potenziale
> d’informazione →che corrisponde al (secondo) messaggio interpretato e
> significato →l’informazione così selezionata non è computabile
> quantitativamente, al pari del messaggio-fonte →a questo punto la
> teoria dell'informazione diventa teoria della comunicazione →«conserva
> uno schema categoriale di base e perde l’impianto algoritmico» [Eco,
> 20, p. 127][1] <#m_8961549729360424113__ftn1>→la teoria
> dell'informazione così lascia il posto a una semiologia ed a una
> semantica poiché si entra nell’universo del significato.
>
> La teoria dell’informazione non serve ad attribuire significato al
> messaggio estetico–creativo (poetico o economico). Secondo le funzioni
> del linguaggio proposte da Jakobson [21], un messaggio può svolgere,
> di volta in volta, le seguenti funzioni:
>
> a.*/referenziale/*: il messaggio denota realtà fisiche e culturali;
>
> b.*/emotiva/*: il messaggio tende a suscitare reazioni emozionali;
>
> c.*/imperativa/*: il messaggio rappresenta un comando;
>
> d.*/fatica o di contatto/*: il messaggio mira a verificare e
> confermare il contatto tra due interlocutori;
>
> e.*/meta/**/–/**/linguistica/*: il messaggio elegge a proprio oggetto
> un altro messaggio;
>
> f.*/estetica/*: il messaggio si presenta strutturato in maniera
> ambigua e sembra autoreferenziale perchè intende attirare le
> attenzioni del destinatario sulla propria forma [Eco, 22, p. 62].
>
> *Ogni messaggio può svolgere contemporaneamente o alternativamente o
> discontinuamente, tutte le funzioni sopraelencate. Con qualche
> cambiamento gergale o lessicale questo ragionamento può riferirsi ai
> messaggi economici*. Chi svolge un’attività economica di marketing
> semiotico–pubblicitario, parla o scrive o rappresenta graficamente
> /riferendosi/ ad oggetti o beni economici con l’intento di
> */convincere/ o persuadere i suoi clienti (acquirenti o venditori) in
> senso utilitaristico, critico, ludico, mitico o utopico e /spingerli/
> alla decisione di comprare o vendere* mantenendo con essi /contatti
> /economici verbali (fatti di apostrofi e appelli), /spiegando /il
> senso o la qualità economica delle cose che dice, e costruendo tutto
> il suo messaggio con una intenzione /estetica/ di base ⌡.
>
> ***
> Un abbraccio affettuoso a tutti, perchè è importante l'armonia
> dell'accordo, ma ancora di più l'armonia del dis-accordo!
> ------------------------------------------------------------------------
>
> [1] <#m_8961549729360424113__ftnref1>Il passaggio dalla teoria
> dell’informazione (matematica) alla teoria della comunicazione fa
> perdere a quest’ultima l’“impianto algoritmico” indispensabile per
> qualunque processo di misurazione, ma ciò non significa cadere
> nell’impossibilità di ap–prezzare e valutare l’organizzazione o la
> capacità comunicativa di un sistema, un con–testo, un poema, un bene
> (economico) etc., facendo ricorso agli approcci multi–criteriali
> caratteristici della matematica “douce”, qualitativa, sociale,
> flessibile. Quest’opera prova che se gli economisti neoclassici sono
> stati capaci di concepire la più ferrea e deterministica concezione
> economico–matematica attorno alla teoria del valore–utilità (non meno
> sfuggente della comunicazione), ci saranno i tempi ed i modi per
> elaborare una nuova economia basata anche sulla comunicazione
> semantica con risultati accettabili e, comunque, non minori o
> inferiori di quelli raggiunti in precedenza dalle altre “scuole”.
> Beninteso, questi “dubbi” metodo–logici si riferiscono solo alle
> eventuali difficoltà di valutazione empirica della componente
> comunicativa nell’attività economica di produzione e di consumo, in
> quanto per il resto la nuova “matrice disciplinaria” della scienza
> economica è già realtà ricca di grandi e imprevedibili potenzialità.
>
>
> Il giorno gio 28 nov 2019 alle ore 16:05 Bruno Marchal
> <marchal at ulb.ac.be <mailto:marchal at ulb.ac.be>> ha scritto:
>
> Dear Colleagues,
>
>
>> On 27 Nov 2019, at 22:29, Joseph Brenner <joe.brenner at bluewin.ch
>> <mailto:joe.brenner at bluewin.ch>> wrote:
>>
>> Dear Colleagues,
>> I thank both those of you who commented and those who did not. I
>> would like to understand the latter - why there were only 6
>> responses: was my formulation in fact too ‘political’? Do people
>> think that negative things like disinformation don’t require
>> analysis? The key things I learned:
>> Annette:
>> Three clear contributions:
>> 1) Understanding disinformation and misinformation is part of a
>> full conceptualization of information.
>
> I am not sure why my comment appear in a different thread, yet
> with the set title.
>
> Anyway, I agree a lot with this statement by Annette. Actually, in
> elementary arithmetic the disinformation on physics seems so high
> that it makes a priori Mechanism false. But incompleteness
> eventually explains why we still converge to the right physics
> when accumulating the information, although a lot of work will
> remain to test this with Nature.
>
> Gödel’s theorem shows why disinformation necessarily occur: <>t ->
> <>[]f. Consistency (= ~[]f = <>t) implies the consistency of
> inconsistencies. Universal machine can lie, and indeed, the lies
> provides direct personal benefits, albeit payed by the others.
>
>
>
>
>
>> 2) Principles applying to them may have essential implications
>> for the underlying physics (and other sciences).
>
> Again, that is very important.
>
>
>
>> 3) We should list again the things we do /not /understand as a
>> key part of our strategy.
>
> OK again, but that is not that simple. The strategy here is very
> similar to Plato strategy in Metaphysics, but its “best” student,
> Aristotle, did not understood this at all.
>
>
>
>> Jaime:
>> A melancholy posting. I had thought human beings possessed
>> recursive levels of cognitive processing such that even
>> disinformation and selfish behavior are the not the results of
>> blind instinct alone. When those capacities atrophy . . .
>
> L’homme est un loup pour l’homme...
>
>
>> Krassimir:
>> 1) The strengths and weaknesses of what it is to be human.
>> 2) Avoid lies /and /liar paradoxes. They are binary ‘traps’ for
>> thought.
>
> OK.
>
>
>
>> Terry:
>> Thank you. Clearly,
>> 1) Normative aspects of information should be an essential part
>> of a full scientific conceptualization of it.
>> 2) Lets start with just /one /way to mitigate the operation of
>> disinformation.
>
> Education and research, and this in all domain. Disinformation
> will die when we stop fearing the possible truth, and when
> theology is back to science (modesty, no claim of any truth, etc.).
>
>
>
>
>> Joseph:
>> I mention a term I just heard for the first time on Swiss TV –
>> infobesity.
>> We need an informational biotope to treat this.
>> I look forward to a next round, even though this is not a formal
>> discussion topic.
>> Best wishes.
>
> All the best,
>
> Bruno
>
>
>
>
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