[Fis] Discussions

Francesco Rizzo 13francesco.rizzo at gmail.com
Wed Jul 20 15:37:55 CEST 2022


Carissimi Pedro e Tutti,
desidero  precisare che non ho "tradotto" in inglese, utilizzando i vari
sistemi o meccanismi, la mail  per evitare
la possibilità che diventi un "tradimento", dato il mio stile espressivo
abbastanza personale. Del resto, se volete
potete farlo Voi.
Comunque, Vi ringrazio sempre per la pazienza con cui avete sopportato
l'uso della lingua italiana.
Un abbraccio affettuoso.
Francesco Rizzo

Il giorno dom 17 lug 2022 alle ore 16:51 Francesco Rizzo <
13francesco.rizzo en gmail.com> ha scritto:

> Carissimo Pedro,
> mi fa piacere sapere che stai meglio. Desidero inviarTi, a proposito di
> amazing biosocial capabilities to scale information
> processes toward new realms of complexity, alcune pagine di "Etica dei
> valori economici o economia dei valori etici" (FrancoAngeli, Milano, 2004):
>
> 1. Dal 1979 lavoro ad un modello di città basato su una (non dura o
> deterministica, ma dolce e flessibile) matrice inter-attiva
> multi-temporale-dimensionale-mediale-linguistica-criteriale. Di questo ho
> scritto più volte nel presente libro. Naturalmente e culturalmente lo
> stesso modello-algoritmo ho impiegato e tarato per l’analisi dell’azienda.
> Qui – anche per fare un omaggio a Pedro C. Marijuán, persona squisita e
> sensibile (non solo in senso umano) che ho conosciuto in un convegno
> internazionale di fisici, biologici, chimici, etc., che s’è svolto ad
> Acireale dal 17 al 22 settembre sul tema Energy and information transfer in
> biological systems, a me tanto caro come se l’avessi scelto (anch’) io –
> desidero lanciare l’ipotesi che esso possa essere utile anche a comprendere
> e “misurare”(nel senso di valutare) meglio la natura-cultura
> funzional-strutturale o de-cifr-azione di una cellula, anzi di ogni cellula
> che in una data situazione spazio-temporale somiglia e/o dissomiglia
> (differisce d)a tutte le altre.
>
> Ogni cellula è un’uni-dualità o un’uni-molteplicità, un io-n-oi o un
> io-n-io, cioè è in una prospettiva funzional-strutturale una cellula a sé e
> un elemento nell’insieme di o che è un tessuto, un organo, un essere
> vivente, come un uomo è allo stesso tempo un uomo a sé e un elemento nel
> senso del(la) comu(-n-io)ne unitario(a)-unicativo(a) o nell’anagrammatico
> io comunitario-comunicativo (…). Tutto ciò che è, in un certo qual modo,
> ir-ripetibile, unico e assolutamente individuale e “individualizzante” si
> fa ap-percepire attraverso momenti o viventi unici e ir-ripetibili.
> L’individualità, apparentemente nascosta e velata dagli elementi
> fondamentali degli atomi e delle cellule, va “emergendo” man mano che
> l’universo ed i suoi attori (uomini e donne, animali e piante) si evolvono,
> rafforzando e migliorando la loro capacità di tras-inform-azione o
> ad-attamento e ex-attamento. L’unicità o ir-ripetibilità
> individual-personale (di uomini, animali, piante) attraversa ed è
> attraversata da quell’insieme, complesso, intrecciato, convulso e caotico
> di fenomeni simili e dissimili e di cose somiglianti e differenti che sono
> i sistemi naturali e sociali. Ogni essere è una o ha la sua univoca,
> specifica e atipica impronta ecologica a prescindere che si tratti di
> uomini, animali o piante, che oltre ad avere in comune il fatto che sono
> costituiti dalle stesse-differenti cellule e dagli uguali-disuguali atomi e
> ad essere differenti perché gli uomini hanno la coscienza e gli altri
> esseri viventi no (?), hanno tutti una loro e unica, misteriosa, storia
> filo-onto-genetica.
>
> Bisogna, quindi, sfruttare (nobilmente) e superare cognitivo-emotiva-mente
> la posizione che Edoardo Boncinelli esprime nel seguente modo: «Gli uomini,
> però, sono animali, e ancora prima sono esseri materiali, costituiti di
> molecole e di atomi. Per simili entità non ha senso parlare di
> individualità. Come è successo, allora, che questa proprietà per noi così
> importante sia ‘emersa’ da un mondo di particelle che l’ignora? Va da sé
> che il problema dell’individualità, inoltre, è connesso con quello
> venerando dell’ hic et nunc, del qui e ora» (…).
>
>
>
> 2. Come ogni investimento economico ha la sua specifica e univoca forma o
> dimensione temporale e monetaria, così gli atomi e soprattutto le cellule
> presentano forme monetarie, temporali, funzionali ed estetiche le une
> diverse dalle altre. Le cellule sono nella forma monetaria fino a quando
> conservano la loro natura staminale indifferenziata (una specie di denaro o
> ricchezza astratta biologica) che può evolversi, trasformarsi e
> specializzarsi dando luogo a determinati organi che mantengono
> l’originalità e la specialità* dei loro singoli ed elementari componenti,
> come le intime relazioni che caratterizzano le parti *di un tutto non ne
> annulla-no le specificità. La forma temporale consiste nel modo in cui gli
> input (immissioni) e gli output (emissioni) di una cellula si
> distribuiscono nel tempo, dando luogo ad una certa elasticità o periodo
> medio di tipo bio-fisio-logico. L’efficienza e l’efficacia nel
> funzionamento di un sistema cellulare ne determinano la forma funzionale.
> Queste tre forme o dimensioni confluiscono in modo creativo nella forma o
> immagine e(ste)tica di una cellula, di-segnandone la comunicatività e
> l’incomunicabilità che la rendono, rispettivamente, sana o malata (…). Con
> qualche accorgimento e a meno di qualche effetto scala e qualità, tendenti
> a non sottovalutare le differenze tra le due unità che, però, non azzerano
> le uguaglianze, le stesse considerazioni possono valere anche per gli atomi
> che formano le molecole.
>
> Quindi non avrebbe senso o forse ne avrebbe uno minore o molto diverso
> parlare di individualità a proposito di tali “entità” se avessimo a che
> fare solo con gli atomi o le molecole. Ma in tal caso non ci sarebbe la
> vita e il problema posto da Boncinelli cadrebbe. Invece gli atomi svolgono
> un ruolo fondamentale proprio nell’economia complessiva delle molecole e
> soprattutto delle cellule. Allora non bisogna stupirsi che atomi, molecole
> e cellule siano fasi o elementi strategici degli stessi processi vitali
> indispensabili ma non sufficienti per conferire una forte e caratterizzante
> individualità agli esseri viventi di cui sono costituenti. Questa non
> sufficienza viene coperta andando oltre la (analisi) fisica della vita
> attraverso la considerazione delle sue proprietà socio-biologiche.
> Comportamenti bio-logici e socio-logici in rapporto complementare
> specificano e specializzano i mattoni fondamentali degli esseri viventi
> creandone, formandone e garantendone l’individualità, in maniera innata e
> acquisita, per motivazioni genetiche (non assolutamente deterministiche) e
> per ragioni sociali (non assolutamente relativistiche). Così nasce
> l’armonia della vita o la vita dell’armonia che rispetta le bio-diversità
> (e dovrebbe rispettare le socio-diversità) fino al punto di non mettere in
> discussione nemmeno una delle individualità socio-bio-logiche possibili.
>
> Il segreto della continuità-rottura o della stabilità-plasticità degli
> esseri viventi dipende dalla combinazione della funzione patrimoniale o del
> patrimonio funzionale del genoma (informazioni filo-onto-genetiche
> in-scritte nelle cellule di ogni organismo che vengono ininterrottamente
> im-piegate durante la loro vita) e della predisposizione allo sviluppo e/o
> all’“apprendimento” istintivo (definiti regole epigenetiche, capacità di
> ad-attamento o trasinformazione degli organismi individuali, base genetica
> delle stesse regole epigenetiche, etc.). La natura e l’uomo hanno una
> comune storia eco-dinamica di co-evoluzioni: la natura creativa,
> sorprendente, imprevedibile, non ripetitiva, mai uguale a se stessa, cambia
> continuamente e cambiando manda in-flussi di informazioni all’uomo che con
> le sue scelte li modifica ininterrottamente. La natura e l’uomo sono in
> continua e reciproca tra-s-in-form-azione, basata sulla accoppiata
> con-vincente e vitale di energia e informazione (…).
>
> L’autocoscienza o coscienza individuale nasce nel linguaggio ed è un
> fenomeno sociale, cioè esterno alla corporeità dei sistemi viventi e
> riguarda il loro dominio di interazioni come un modo di co-esistere.
> L’autocoscienza nasce quando gli osservatori tramite l’agire linguistico
> partecipano alla distinzione consensuale del loro partecipare al
> linguaggio, quindi perché si abbia auto-coscienza o istanza etica bisogna
> che i sistemi viventi interagendo si auto-osservino o auto-descrivano
> raggiungendo la conoscenza della (loro) conoscenza o impiegando il
> linguaggio del linguaggio (…).
>
> Avere “contatto” o consapevolezza psico-fisica con e della propria
> individualità non è altro che la formazione dell’auto-coscienza o
> dell’io-comunitario-comunicante che entra subito in rapporto con l’altra
> realtà o la realtà altra degli esseri viventi e della natura e rende
> possibile agli uman(oid)i [che senza alcuna irriverenza, anzi in-corporando
> Dio negli uomini, è meglio chiamare uman(Dio-d)i] di “selezionare e gestire
> il maggior numero possibile di informazioni” utili nelle traversie delle
> conservazioni (da cui dipende la sicurezza delle specie), fluttuazioni
> (fenotipiche) e mutazioni (genotipiche) della loro esistenza.
>
> In tal modo è possibile spiegare l’affiorare dell’individulità a partire
> da una matrice fisico-biologica apparentemente indistinta e omogenea. «Si
> tratta di una cosiddetta ‘proprietà emergente’– dice Boncinelli – … Un
> elettrone o un quark non hanno alcuna individualità, nemmeno potenziale. Un
> atomo ne ha un sentore. Una grossa molecola come il Dna o un sasso ce
> l’hanno certamente, anche se noi non ci facciamo molto caso. Un batterio ne
> ha un po’, una mosca un po' di più, un topolino un po’ di più ancora; un
> cane ne ha molto di più, e continuando lungo questa catena si arriva fino
> agli esseri umani, che non solo possiedono un’individualità ben definita,
> ma la considerano molto importante per loro». Questa conclusione,
> caratterizzata da un solenne e contagiante crescendo, ri-mette il problema
> dell’individualità nel suo giusto alveo filo-onto-antropo-genetico, a meno
> di una qualche riserva sull’automatismo evolutivo che nei termini in cui
> viene e-semplificato dall’illustre fisico-biologo appare, seppure nella sua
> ineludibile complessità, più lineare di quanto dovrebbe essere, escludendo,
> a prima vista, la possibilità di ritorni all’indietro o al futuro, di
> balzi, rimbalzi e controbalzi, insomma di causalità reciproche e/o
> retroazioni. Comunque, grazie a questo articolo ho potuto ap-prendere e
> verificare alcune componenti importanti della problematica che sto
> semplicemente ponendo all’attenzione di qualche studioso che preferisce il
> (minor) rischio del rischio piuttosto che il (maggiore) rischio del non
> rischio. Ora ritorno alla storia della cellula o alla cellula della storia
> della vita che è il tema pre-scelto in omaggio al mio collega spagnolo.
>
> 3*. *Ogni cellula svolge un processo di tras-in(o de)-formazione i cui
> input e output sono energia, materia e informazione, seppure in forme
> diverse. Anche in questo caso è possibile-necessario scegliere e introdurre
> dei pesi (indici di ponderazione o importanza o significatività relativa) e
> “calcolare” i gradi complessivi di azione di ogni criterio (corrispondente
> ad ogni variabile di funzionamento bio-fisio-eco-logico) della cellula
> considerata e del grado di apprezzamento o funzionamento totale dell’intera
> cellula. In tal modo si può: conoscere, stabilendo delle opportune soglie
> di concordanza (restandovi al di sotto) o di dis-cordanza (o superandole) e
> viceversa, la fisiologia o la patologia funzional-strutturale di ogni
> cellula o di un gruppo di cellule, rispetto alle altre che costituiscono
> gli organi vicini o lontani dell’organismo; verificare il quadro
> semio-sintomatologico, il quoziente informativo, il grado di interazione
> comunicativa, la consistenza della rete di collegamento organico, la
> presenza di presidi naturali o acquisiti (anticorpi da violenza o stress
> causato da eventuali vaccinazioni) e infine la possibilità e i tempi per
> arrestare i processi degenerativi che possono interessarla e l’elasticità
> di riconversione, sostituzione, ri-specializzazione (con o senza le
> speciali monete costituite dalle cellule staminali più o meno
> indifferenziate) delle cellule singole e associate; predisporre interventi
> per migliorare la loro performance o per attuare terapie preventive,
> curative e riabilitative degli organi(smi) difettosi per ragioni naturali e
> acquisite.
>
> Lo sviluppo embrionale di un organismo è un fenomeno molto complesso che
> deve assicurare la formazione dei tessuti e degli organi di cui è composto
> il corpo, nella loro giusta disposizione strutturale e piena funzionalità a
> partire dalla singola cellula-uovo fecondata. Il controllo bio-genetico di
> questo processo di tras-in(o de-)form-azione viene svolto, come la ricerca
> a partire dal gruppo dello svizzero Walter Gehring ha dimostrato, da alcuni
> geni “regolatori” che elaborano il programma generale del corpo e ne
> suggeriscono (o ordinano ?) la realizzazione ad altri geni chiamati
> “esecutori”. I geni omeotici dei corrispondenti mutanti (del moscerino
> dell’aceto, la piccola drosofila) che portano la loro stessa denominazione,
> contengono un comune motivo strutturale, una specie di griffe, chiamata
> omeobox (…). Questi geni omeobox o omeogeni svolgono una funzione
> regolatrice per la loro potente attività di controllo di tutti gli altri
> geni, esercitata grazie alle scelte e ai “calcoli” dovuti all’informazione
> prodotta dalla capacità computazional-cognitiva dell’organizzazione
> funzional-strutturale che costituiscono e contribuiscono a formare. I geni
> omeobox puntano a scoprire i segreti della vita e della sua evoluzione,
> senza perseguire o procurarsi la dis-illusione di profanare la vita dei
> segreti, la velata magia dell’ignoto, la meraviglia della diversità,
> univocità e irripetibilità di ogni essere. Anche i colori – sofferenza,
> splendore ed epifania della luce – sintetizzano le infinite modulazioni
> racchiuse nel suono musicale e nell’arte naturale di ogni cellula. Meno
> male che gli esseri viventi non sono tutti uguali, altrimenti perderebbero
> o vedrebbero ridursi il valore del loro essere (…). Se la natura è fiera
> della sua (bio-)diversità (e ne ostenta la ricchezza), la cultura,
> talvolta, sembra nascondere (e vergognarsi del) la sua (socio-)diversità.
> Stranezze della vita o della morte?
>
> Un abbraccio e grazie.
>
> Francesco.
>
>
>
>
>
>
>
>
>
> Il giorno sab 16 lug 2022 alle ore 20:57 Pedro C. Marijuán <
> pedroc.marijuan en gmail.com> ha scritto:
>
>> Dear All,
>>
>> After these weeks of absence, I am back in list activities. Thanks to
>> Andrei and other discussants for the comments on natural computation.
>> Maybe the directions suggested by Plamen could have been developed
>> further--the amazing biosocial capabilities to scale information
>> processes toward new realms of complexity. An interesting parallel could
>> be drawn with 'artificial' computation... We can continue this
>> discussion after the coming vacations, or just entering into the topic
>> of "paradigm change in the information discipline" proposed by Yixin
>> Zhong for the IS4SI meeting next year, depending on his personal
>> availability for the discussion.
>>
>> About my medical troubles, I am recovering well from eye surgery,
>> although some retinal problems remain. So I will have to be more careful
>> and restrictive on the time spent in front of computer screens (the
>> curse of our times!!).
>>
>> Best wishes to all,
>>
>> --Pedro
>>
>> --
>> -----------------------------------------------------------
>> Pedro C. Marijuán
>> Grupo de Bioinformación / Bioinformation Group
>> pedroc.marijuan en gmail.com
>> pcmarijuan.iacs en aragon.es
>> http://sites.google.com/site/pedrocmarijuan/
>>
>> Editor special issue: Evolutionary dynamics of social systems
>> https://www.sciencedirect.com/journal/biosystems/special-issue/107DGX9V85V
>> -----------------------------------------------------------
>>
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>> El software de antivirus Avast ha analizado este correo electrónico en
>> busca de virus.
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>>
>> Ud. recibe este correo por pertenecer a una lista de correo gestionada
>> por la Universidad de Zaragoza.
>> Puede encontrar toda la informacin sobre como tratamos sus datos en el
>> siguiente enlace:
>> https://sicuz.unizar.es/informacion-sobre-proteccion-de-datos-de-caracter-personal-en-listas
>> Recuerde que si est suscrito a una lista voluntaria Ud. puede darse de
>> baja desde la propia aplicacin en el momento en que lo desee.
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