[Fis] Discussions
Francesco Rizzo
13francesco.rizzo at gmail.com
Sun Jul 17 16:51:21 CEST 2022
Carissimo Pedro,
mi fa piacere sapere che stai meglio. Desidero inviarTi, a proposito di
amazing biosocial capabilities to scale information
processes toward new realms of complexity, alcune pagine di "Etica dei
valori economici o economia dei valori etici" (FrancoAngeli, Milano, 2004):
1. Dal 1979 lavoro ad un modello di città basato su una (non dura o
deterministica, ma dolce e flessibile) matrice inter-attiva
multi-temporale-dimensionale-mediale-linguistica-criteriale. Di questo ho
scritto più volte nel presente libro. Naturalmente e culturalmente lo
stesso modello-algoritmo ho impiegato e tarato per l’analisi dell’azienda.
Qui – anche per fare un omaggio a Pedro C. Marijuán, persona squisita e
sensibile (non solo in senso umano) che ho conosciuto in un convegno
internazionale di fisici, biologici, chimici, etc., che s’è svolto ad
Acireale dal 17 al 22 settembre sul tema Energy and information transfer in
biological systems, a me tanto caro come se l’avessi scelto (anch’) io –
desidero lanciare l’ipotesi che esso possa essere utile anche a comprendere
e “misurare”(nel senso di valutare) meglio la natura-cultura
funzional-strutturale o de-cifr-azione di una cellula, anzi di ogni cellula
che in una data situazione spazio-temporale somiglia e/o dissomiglia
(differisce d)a tutte le altre.
Ogni cellula è un’uni-dualità o un’uni-molteplicità, un io-n-oi o un
io-n-io, cioè è in una prospettiva funzional-strutturale una cellula a sé e
un elemento nell’insieme di o che è un tessuto, un organo, un essere
vivente, come un uomo è allo stesso tempo un uomo a sé e un elemento nel
senso del(la) comu(-n-io)ne unitario(a)-unicativo(a) o nell’anagrammatico
io comunitario-comunicativo (…). Tutto ciò che è, in un certo qual modo,
ir-ripetibile, unico e assolutamente individuale e “individualizzante” si
fa ap-percepire attraverso momenti o viventi unici e ir-ripetibili.
L’individualità, apparentemente nascosta e velata dagli elementi
fondamentali degli atomi e delle cellule, va “emergendo” man mano che
l’universo ed i suoi attori (uomini e donne, animali e piante) si evolvono,
rafforzando e migliorando la loro capacità di tras-inform-azione o
ad-attamento e ex-attamento. L’unicità o ir-ripetibilità
individual-personale (di uomini, animali, piante) attraversa ed è
attraversata da quell’insieme, complesso, intrecciato, convulso e caotico
di fenomeni simili e dissimili e di cose somiglianti e differenti che sono
i sistemi naturali e sociali. Ogni essere è una o ha la sua univoca,
specifica e atipica impronta ecologica a prescindere che si tratti di
uomini, animali o piante, che oltre ad avere in comune il fatto che sono
costituiti dalle stesse-differenti cellule e dagli uguali-disuguali atomi e
ad essere differenti perché gli uomini hanno la coscienza e gli altri
esseri viventi no (?), hanno tutti una loro e unica, misteriosa, storia
filo-onto-genetica.
Bisogna, quindi, sfruttare (nobilmente) e superare cognitivo-emotiva-mente
la posizione che Edoardo Boncinelli esprime nel seguente modo: «Gli uomini,
però, sono animali, e ancora prima sono esseri materiali, costituiti di
molecole e di atomi. Per simili entità non ha senso parlare di
individualità. Come è successo, allora, che questa proprietà per noi così
importante sia ‘emersa’ da un mondo di particelle che l’ignora? Va da sé
che il problema dell’individualità, inoltre, è connesso con quello
venerando dell’ hic et nunc, del qui e ora» (…).
2. Come ogni investimento economico ha la sua specifica e univoca forma o
dimensione temporale e monetaria, così gli atomi e soprattutto le cellule
presentano forme monetarie, temporali, funzionali ed estetiche le une
diverse dalle altre. Le cellule sono nella forma monetaria fino a quando
conservano la loro natura staminale indifferenziata (una specie di denaro o
ricchezza astratta biologica) che può evolversi, trasformarsi e
specializzarsi dando luogo a determinati organi che mantengono
l’originalità e la specialità* dei loro singoli ed elementari componenti,
come le intime relazioni che caratterizzano le parti *di un tutto non ne
annulla-no le specificità. La forma temporale consiste nel modo in cui gli
input (immissioni) e gli output (emissioni) di una cellula si
distribuiscono nel tempo, dando luogo ad una certa elasticità o periodo
medio di tipo bio-fisio-logico. L’efficienza e l’efficacia nel
funzionamento di un sistema cellulare ne determinano la forma funzionale.
Queste tre forme o dimensioni confluiscono in modo creativo nella forma o
immagine e(ste)tica di una cellula, di-segnandone la comunicatività e
l’incomunicabilità che la rendono, rispettivamente, sana o malata (…). Con
qualche accorgimento e a meno di qualche effetto scala e qualità, tendenti
a non sottovalutare le differenze tra le due unità che, però, non azzerano
le uguaglianze, le stesse considerazioni possono valere anche per gli atomi
che formano le molecole.
Quindi non avrebbe senso o forse ne avrebbe uno minore o molto diverso
parlare di individualità a proposito di tali “entità” se avessimo a che
fare solo con gli atomi o le molecole. Ma in tal caso non ci sarebbe la
vita e il problema posto da Boncinelli cadrebbe. Invece gli atomi svolgono
un ruolo fondamentale proprio nell’economia complessiva delle molecole e
soprattutto delle cellule. Allora non bisogna stupirsi che atomi, molecole
e cellule siano fasi o elementi strategici degli stessi processi vitali
indispensabili ma non sufficienti per conferire una forte e caratterizzante
individualità agli esseri viventi di cui sono costituenti. Questa non
sufficienza viene coperta andando oltre la (analisi) fisica della vita
attraverso la considerazione delle sue proprietà socio-biologiche.
Comportamenti bio-logici e socio-logici in rapporto complementare
specificano e specializzano i mattoni fondamentali degli esseri viventi
creandone, formandone e garantendone l’individualità, in maniera innata e
acquisita, per motivazioni genetiche (non assolutamente deterministiche) e
per ragioni sociali (non assolutamente relativistiche). Così nasce
l’armonia della vita o la vita dell’armonia che rispetta le bio-diversità
(e dovrebbe rispettare le socio-diversità) fino al punto di non mettere in
discussione nemmeno una delle individualità socio-bio-logiche possibili.
Il segreto della continuità-rottura o della stabilità-plasticità degli
esseri viventi dipende dalla combinazione della funzione patrimoniale o del
patrimonio funzionale del genoma (informazioni filo-onto-genetiche
in-scritte nelle cellule di ogni organismo che vengono ininterrottamente
im-piegate durante la loro vita) e della predisposizione allo sviluppo e/o
all’“apprendimento” istintivo (definiti regole epigenetiche, capacità di
ad-attamento o trasinformazione degli organismi individuali, base genetica
delle stesse regole epigenetiche, etc.). La natura e l’uomo hanno una
comune storia eco-dinamica di co-evoluzioni: la natura creativa,
sorprendente, imprevedibile, non ripetitiva, mai uguale a se stessa, cambia
continuamente e cambiando manda in-flussi di informazioni all’uomo che con
le sue scelte li modifica ininterrottamente. La natura e l’uomo sono in
continua e reciproca tra-s-in-form-azione, basata sulla accoppiata
con-vincente e vitale di energia e informazione (…).
L’autocoscienza o coscienza individuale nasce nel linguaggio ed è un
fenomeno sociale, cioè esterno alla corporeità dei sistemi viventi e
riguarda il loro dominio di interazioni come un modo di co-esistere.
L’autocoscienza nasce quando gli osservatori tramite l’agire linguistico
partecipano alla distinzione consensuale del loro partecipare al
linguaggio, quindi perché si abbia auto-coscienza o istanza etica bisogna
che i sistemi viventi interagendo si auto-osservino o auto-descrivano
raggiungendo la conoscenza della (loro) conoscenza o impiegando il
linguaggio del linguaggio (…).
Avere “contatto” o consapevolezza psico-fisica con e della propria
individualità non è altro che la formazione dell’auto-coscienza o
dell’io-comunitario-comunicante che entra subito in rapporto con l’altra
realtà o la realtà altra degli esseri viventi e della natura e rende
possibile agli uman(oid)i [che senza alcuna irriverenza, anzi in-corporando
Dio negli uomini, è meglio chiamare uman(Dio-d)i] di “selezionare e gestire
il maggior numero possibile di informazioni” utili nelle traversie delle
conservazioni (da cui dipende la sicurezza delle specie), fluttuazioni
(fenotipiche) e mutazioni (genotipiche) della loro esistenza.
In tal modo è possibile spiegare l’affiorare dell’individulità a partire da
una matrice fisico-biologica apparentemente indistinta e omogenea. «Si
tratta di una cosiddetta ‘proprietà emergente’– dice Boncinelli – … Un
elettrone o un quark non hanno alcuna individualità, nemmeno potenziale. Un
atomo ne ha un sentore. Una grossa molecola come il Dna o un sasso ce
l’hanno certamente, anche se noi non ci facciamo molto caso. Un batterio ne
ha un po’, una mosca un po' di più, un topolino un po’ di più ancora; un
cane ne ha molto di più, e continuando lungo questa catena si arriva fino
agli esseri umani, che non solo possiedono un’individualità ben definita,
ma la considerano molto importante per loro». Questa conclusione,
caratterizzata da un solenne e contagiante crescendo, ri-mette il problema
dell’individualità nel suo giusto alveo filo-onto-antropo-genetico, a meno
di una qualche riserva sull’automatismo evolutivo che nei termini in cui
viene e-semplificato dall’illustre fisico-biologo appare, seppure nella sua
ineludibile complessità, più lineare di quanto dovrebbe essere, escludendo,
a prima vista, la possibilità di ritorni all’indietro o al futuro, di
balzi, rimbalzi e controbalzi, insomma di causalità reciproche e/o
retroazioni. Comunque, grazie a questo articolo ho potuto ap-prendere e
verificare alcune componenti importanti della problematica che sto
semplicemente ponendo all’attenzione di qualche studioso che preferisce il
(minor) rischio del rischio piuttosto che il (maggiore) rischio del non
rischio. Ora ritorno alla storia della cellula o alla cellula della storia
della vita che è il tema pre-scelto in omaggio al mio collega spagnolo.
3*. *Ogni cellula svolge un processo di tras-in(o de)-formazione i cui
input e output sono energia, materia e informazione, seppure in forme
diverse. Anche in questo caso è possibile-necessario scegliere e introdurre
dei pesi (indici di ponderazione o importanza o significatività relativa) e
“calcolare” i gradi complessivi di azione di ogni criterio (corrispondente
ad ogni variabile di funzionamento bio-fisio-eco-logico) della cellula
considerata e del grado di apprezzamento o funzionamento totale dell’intera
cellula. In tal modo si può: conoscere, stabilendo delle opportune soglie
di concordanza (restandovi al di sotto) o di dis-cordanza (o superandole) e
viceversa, la fisiologia o la patologia funzional-strutturale di ogni
cellula o di un gruppo di cellule, rispetto alle altre che costituiscono
gli organi vicini o lontani dell’organismo; verificare il quadro
semio-sintomatologico, il quoziente informativo, il grado di interazione
comunicativa, la consistenza della rete di collegamento organico, la
presenza di presidi naturali o acquisiti (anticorpi da violenza o stress
causato da eventuali vaccinazioni) e infine la possibilità e i tempi per
arrestare i processi degenerativi che possono interessarla e l’elasticità
di riconversione, sostituzione, ri-specializzazione (con o senza le
speciali monete costituite dalle cellule staminali più o meno
indifferenziate) delle cellule singole e associate; predisporre interventi
per migliorare la loro performance o per attuare terapie preventive,
curative e riabilitative degli organi(smi) difettosi per ragioni naturali e
acquisite.
Lo sviluppo embrionale di un organismo è un fenomeno molto complesso che
deve assicurare la formazione dei tessuti e degli organi di cui è composto
il corpo, nella loro giusta disposizione strutturale e piena funzionalità a
partire dalla singola cellula-uovo fecondata. Il controllo bio-genetico di
questo processo di tras-in(o de-)form-azione viene svolto, come la ricerca
a partire dal gruppo dello svizzero Walter Gehring ha dimostrato, da alcuni
geni “regolatori” che elaborano il programma generale del corpo e ne
suggeriscono (o ordinano ?) la realizzazione ad altri geni chiamati
“esecutori”. I geni omeotici dei corrispondenti mutanti (del moscerino
dell’aceto, la piccola drosofila) che portano la loro stessa denominazione,
contengono un comune motivo strutturale, una specie di griffe, chiamata
omeobox (…). Questi geni omeobox o omeogeni svolgono una funzione
regolatrice per la loro potente attività di controllo di tutti gli altri
geni, esercitata grazie alle scelte e ai “calcoli” dovuti all’informazione
prodotta dalla capacità computazional-cognitiva dell’organizzazione
funzional-strutturale che costituiscono e contribuiscono a formare. I geni
omeobox puntano a scoprire i segreti della vita e della sua evoluzione,
senza perseguire o procurarsi la dis-illusione di profanare la vita dei
segreti, la velata magia dell’ignoto, la meraviglia della diversità,
univocità e irripetibilità di ogni essere. Anche i colori – sofferenza,
splendore ed epifania della luce – sintetizzano le infinite modulazioni
racchiuse nel suono musicale e nell’arte naturale di ogni cellula. Meno
male che gli esseri viventi non sono tutti uguali, altrimenti perderebbero
o vedrebbero ridursi il valore del loro essere (…). Se la natura è fiera
della sua (bio-)diversità (e ne ostenta la ricchezza), la cultura,
talvolta, sembra nascondere (e vergognarsi del) la sua (socio-)diversità.
Stranezze della vita o della morte?
Un abbraccio e grazie.
Francesco.
Il giorno sab 16 lug 2022 alle ore 20:57 Pedro C. Marijuán <
pedroc.marijuan en gmail.com> ha scritto:
> Dear All,
>
> After these weeks of absence, I am back in list activities. Thanks to
> Andrei and other discussants for the comments on natural computation.
> Maybe the directions suggested by Plamen could have been developed
> further--the amazing biosocial capabilities to scale information
> processes toward new realms of complexity. An interesting parallel could
> be drawn with 'artificial' computation... We can continue this
> discussion after the coming vacations, or just entering into the topic
> of "paradigm change in the information discipline" proposed by Yixin
> Zhong for the IS4SI meeting next year, depending on his personal
> availability for the discussion.
>
> About my medical troubles, I am recovering well from eye surgery,
> although some retinal problems remain. So I will have to be more careful
> and restrictive on the time spent in front of computer screens (the
> curse of our times!!).
>
> Best wishes to all,
>
> --Pedro
>
> --
> -----------------------------------------------------------
> Pedro C. Marijuán
> Grupo de Bioinformación / Bioinformation Group
> pedroc.marijuan en gmail.com
> pcmarijuan.iacs en aragon.es
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>
> Editor special issue: Evolutionary dynamics of social systems
> https://www.sciencedirect.com/journal/biosystems/special-issue/107DGX9V85V
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