[Fis] FW: The Age of Discord. The Foundations of DIS-information Science
Francesco Rizzo
13francesco.rizzo at gmail.com
Tue Nov 26 07:46:25 CET 2019
Cari Pedro, Giuseppe, Terrence e tutti,
l'informazione (neg-entropica) è la legge fondamentale della esistenza e
della conoscenza. Nessuno può farne a meno. La tras-informazione è un
processo mediante il quale l'informazione cambia o muta nello spazio e nel
tempo. La dis-informazione (entropica) è la corruzione o degradazione della
verità della realtà o della realtà della verità l.'iper-informazione è la
molteplicità o la diversità delle definizioni relative a determinati
fenomeni del mondo organico (animato) e inorganico (inanimato) che
concorrono, approssimandosi o allontanandosi, alla scoperta della verità
possibile o probabile della scienza e della coscienza.
Sono pervenuto a queste conclusioni seguendo l'economia del mio pensiero o
il pensiero della mia economia dis-seminato in quaranta libri e centinaia
di articoli.
Ciò non impedisce, anzi arricchisce, il confronto-dialogo accogliente le
verità critiche o le critiche veritere degli altri, all'insegna della
certezza dell'ìincertezza o dell'incertezza della certezza.
Avevo preparato un contributo-intervento per partecipare al convegno che si
è svolto a Berkeley, ma poi per ragioni familiari non non ho potuto
parteciparvi. Di questo chiedo scusa a tutti voi e soprattutto a Terry
Deacon che ammiro e apprezzo tanto per la fulgida economia del suo
pensiero. Ora tento di comunicarvi il framework (intelaiatura o struttura)
della onto-metodo-logia reale della mia concezione scientifica espressa in
tanti saggi, ma ultimamente soprattutto in:
* "La scienza non può non essere umana, civile, sociale ECONOMICA,
enigmatica, nobile, profetica", Arane editrice, Roma, 2016:
* "Scienza dell'amore o amore della scienza. Sogno dell'economia dell'amore
o amore dell'economia del sogno", Aracne editrice, Roma, 2019.
* "La porta aperta dei sistemi fabbrica-mercato: linguaggio comunicativo,
tecnologia strumentale; umanesimo nuovo" Aracne editrice, Roma, 2019, in
corso di rilettura per la stampa:
1. L’*in–formazione* è la legge fondamentale della vita del creato e degli
esseri viventi. L’in–formazione consiste nel *dare* o *prendere forma*
degli uomini e/o delle loro idee, degli animali e delle piante, oltre che
della materia o dell’energia (visibile e invisibile) dell’Universo intero.
Il contrario di questa *legge delle leggi* è la de–formazione. Il processo
di tras–in– (o de–)form–azione è alla base dell’attività naturale e umana.
Difatti questa formidabile parola composta e complessa significa
letteralmente e sostanzialmente: azione formativa (creazione) o deformativa
(distruzione) della forma che si verifica nello spazio–tempo dell’esistenza
e quindi si tras–forma ininterrottamente.
L’informazione costituisce una triade con la *significazione* (che la
precede) e la *comunicazione *(che la segue). Nessuna scienza naturale e
umana (o sociale) ne può fare a meno seppure specificandola nel proprio e
singolare *campo di forma*.
È possibile definire quattro categorie di informazione o deformazione:
* *eco–biologica* relativa all’attività di comunicazione–conservazione ―
nei diversi con–testi *genotipici* trasmessi ereditariamente e passibili di
*mutuazioni* o *fenotipici* non trasmissibili ereditariamente e passibili
di *fluttuazioni* ― umana, animale e vegetale in–centrata sul *patrimonio
genomico* del DNA e sul corrispettivo *codice genetico*; da qui: la
comunicazione cellulare; l’analisi molecolare per neutralizzare i capricci
del DNA responsabile della proliferazione incontrollate delle cellule
dovuta all’azione dannosa dei geni alterati o mutati, attraverso la *targeted
therapy*; il completamento della mappa del genoma umano (2003); la
manipolazione delle cellule del sistema immunitario del malato stesso
perché si attivino contro il tumore (*Car–T cell therapy*) mediante la
farmaco–terapia genetica; la conoscenza di geni (comandanti) che regolano
altri geni (obbedienti), cioè, secondo un’attività–funzione epigenetica;
etc., fanno il resto su cui basare l’*economia genetica* o la *genetica
economica* nell’ambito della *Nuova economia*: possono restare estranei ai
valutatori questi valori della vita?;
* *termodinamica o naturale* relativa all’*energia libera* (anabolica) o
*neg–entropica* fondata sul dis–equilibrio (vitale) e all’*energia
degradata* (catabolica) o *entropia* (mortale): sia per le esigenze
dell’*economia
logistica o ingegneristica* di non trascurabile interesse operativo sia per
dimostrare la concretezza, la fattibilità e la validità empirica
dell’approccio alla nuova teoria del valore proposta da lungo tempo l’*economia
termodinamica* o la *termodinamica economica* è imprescindibile o
ineludibile, soprattutto per quanto riguarda il calcolo della produzione di
entropia applicando il teorema di Gouy–Stodola, *l’evoluzione di un sistema
reale che porta sempre ad una perdita complessiva di exergia* o ad un
aumento di entropia, l’efficienza energetica (sta al primo principio della
termodinamica) ed exergetica (sta al secondo principio della
termodinamica); l’ecologia integrale, umana e naturale, non può
disattendere la strategia termodinamica dell’esistenza (Rizzo);
* *matematica o cibernetica* relativa alla misura dell’equi–probabilità di
una distribuzione statistica uniforme alla fonte, secondo i suoi teorici
(Shannon e Weaver, 1949) direttamente proporzionale all’entropia del
sistema, stato di equi–probabilità al quale tendono gli elementi del
medesimo sistema; ma l’informazione può definirsi neg–entropia
(inversamente proporzionale all’entropia) quando è già selezionata,
trasmessa e ricevuta; in tal caso v’ha la necessità di un *s–codice ― *una
sorta di *filtro* che scorga una struttura semplice sotto un’apparente
casualità ― quale nuovo tipo di fonte svolgente una funzione ordinatrice
che limita il numero degli elementi considerabili e le loro possibilità di
combinazione: così l’informazione (matematica) alla fonte diminuisce, ma la
possibilità di trasmissione dei messaggi aumenta; inoltre è possibile e
talvolta ragionevole passare dalla logica aristotelico–binaria o 0 o 1
alla *filosofia
(entropia) fuzzy* tra 0 e 1;
* *semiotico–semantica* relativa anche alla possibilità di *comunicazione*
dipendente dalla funzione ordinatrice svolta da un s–codice costituito da
un sistema di stati discreti sovrapponibile all’equi–probabilità del
sistema iniziale, che consente di sfruttarlo comunicativamente; tuttavia
affinché esistano s–codici è imprescindibile una *significazione* o *funzione
segnica* dell’intera vita culturale, ancor prima della stessa attività
semiotica: così si completa il quadro triadico costituito da
significazione, informazione, comunicazione.
Il *valore della forma* o la *forma del valore* costituisce la *teoria del
valore–informazione* della *Nuova economia* in cui *Il sistema
fabbrica–mercato* non è solo un luogo produttivo o commerciale, ma anche e
soprattutto un’interazione–comunicazione interna (nell’azienda) ed esterna
(nel mercato): quindi il mercato non è affatto il luogo dell’incontro e
della domanda e dell’offerta dei beni, bensì il luogo di interazione
narrativa dei segni economici. Un’altra notazione:
l’interazione–comunicazione economica che si svolge con la *scienza del
valore e delle valutazioni* si avvale, nel bene, della neg–entropia
monetario–finanziaria e subisce, nel male, l’entropia monetario–finanziaria
(Rizzo).
In senso più general–quantistico la natura o la società presenta una
moltitudine di fenomeni che appaiono caotici o rischiosi, fino a quando non
vengono considerati *messaggi* valutativi, significativi e
comportamental–cognitivi da comprendere. Sicché con un codice
interpretativo, liberamente scelto, hanno un contenuto o significato, in
presenza di un certo *rumore di fondo*; con un altro codice il suddetto *rumore
diventa messaggio* o il suddetto *messaggio* *diventa rumore*. Beninteso, i
dati della stessa materia o la materia degli stessi dati possono dar luogo
a diversi messaggi (pp. 269-271).
Grazie e buon lavoro. Scusatemi l'italiano!
Francesco
Il giorno lun 25 nov 2019 alle ore 18:55 Terrence W. DEACON <
deacon en berkeley.edu> ha scritto:
> I applaud Joseph's identification of what I consider the most serious
> threat to modern civilization.
> As an organization that takes as its primary aim to be an understanding of
> information in its most complete sense,
> what could be more valuable than for us to focus the goal of finding ways
> to mitigate the influence of IT-based disinformation.
> This is far from a trivial issue, and it requires a full scientific
> conceptualization of information to succeed;
> i.e. one that takes the referential (meaningful) and normative (pragmatic)
> aspects of information seriously.
> Rather than bickering over our differing theoretical perspectives, we
> could spend our efforts exploring what each might contribute to this
> critical need.
> We can add to these challenges the need to also counter the rapid
> development of surveillance technologies and AI-based manipulation of
> opinion and behavior.
> In other words, there is so much that we collectively have to offer if we
> can just focus on what matters.
>
>
>
>
> On Mon, Nov 25, 2019 at 7:38 AM Joseph Brenner <joe.brenner en bluewin.ch>
> wrote:
>
>> Dear Pedro and All,
>>
>>
>>
>> Disinformation is produced and disseminated in four major domains:
>> politics, science, communications and the operation of the current social
>> system.
>>
>>
>>
>> 1. Politics
>> 2. Science
>> 3. Communications
>> 4. The Social System; Hypocrisy
>>
>>
>>
>> The reason I refer to disinformation as a science is not to ennoble it,
>> but to emphasize that combating it requires close attention to its
>> scientific and philosophical properties and dynamics. Let us use the term
>> narrative to refer to a ‘unit’ of the discourse in the domains, and I give
>> just a few examples here.
>>
>>
>>
>> 1. Politics
>>
>> Left-wing and right-wing politicians are equally bad. This doctrine
>> pushed by the *left-*wing publicist Ralph Nader during his run for the
>> U.S. Presidency in 2000 led to his gaining enough Democratic voters to
>> result in the victory of the Republican Bush and the Iraq war. Despite
>> the Obama interlude, it set the pre-conditions for the subsequent emergence
>> of Trump.
>>
>>
>>
>> 1. Science
>>
>> Driven by fundamentalist dogma, disinformation about the risks *vs. *the
>> necessity of vaccination is increasingly common. Similarly, the number of
>> people who believe (or claim to believe, see below) that the Earth is flat
>> is increasing compared to the last Century. Many Americans still believe
>> that global warming is a hoax, propagated by ‘Communists’, interested in
>> destroying our economic system (see 4).
>>
>>
>>
>> 1. Communications
>>
>> Disinformation about the Internet leads to resistance to control in the
>> name of ‘Free Speech’. I defy anyone who has seen recent interviews of
>> Zuckerberg on TV to claim that he does not deserve criminal prosecution.
>>
>>
>>
>> 1. The Social System; Hypocrisy
>>
>> If people are forced to pretend publicly that they believe the
>> disinformation they receive (to keep their jobs, *etc.*), hypocrisy
>> becomes institutionalized and endemic. It is then possible to ask whether
>> the current neo-capitalist system in fact depends on disinformation for its
>> continued existence.
>>
>>
>>
>> Finally, it is very easy, IMHO, to distinguish between disinformation and
>> misinformation, without becoming too ‘technical’: the latter is essentially
>> accidental, although its consequences may be disastrous in individual
>> cases. The former is intentional, and its consequences are becoming
>> increasingly disastrous. Theories of Information Science that neglect or
>> occult the role of intentionality in the transfer of information, that is,
>> communications, leave the door open to further disinformation.
>>
>>
>>
>> I welcome both agreements and disagreements with the above, as well as
>> possible themes for *FIS *and *FDS *discussion.
>>
>>
>>
>> Best wishes,
>>
>>
>>
>> Joseph
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> ------------------------------
>>
>> *From:* Fis [mailto:fis-bounces en listas.unizar.es] *On Behalf Of *Pedro
>> C. Marijuan
>> *Sent:* lundi, 25 novembre 2019 14:22
>> *To:* fis en listas.unizar.es
>> *Subject:* Re: [Fis] FW: The Age of Discord
>>
>>
>>
>> Dear List,
>>
>>
>>
>> Am responding to Joseph and to Diego.
>>
>>
>>
>> To the former, I agree on the quantitative mirage when trying to
>> formalize history. Perhaps the best contents in Turchin's books refer to
>> qualitative aspects, for instance the development of "frontier" countries
>> he discusses (the cases of Russia, Spain, and US and others). The main
>> point on the emergence of those long term trends of progression/regression
>> or oscillations is very intriguing and I think we cannot substantiate it
>> easily. The organization of an ad hoc discussion session would be quite
>> interesting (can someone help on that possibility?). The relationship with
>> the historical acceleration an the emergence of new of information flows
>> would also be intriguing. As I comment below, it can be a fertile new field
>> and a necessity to be covered by information philosophy. We badly need to
>> put the most relevant aspects in an integrative view.
>>
>>
>>
>> To Diego, my focus was not only in the Latin American countries. If we
>> contemplate recent months/years, we see many other mass explosions
>> (Algeria, Tunisia, Thailand, Greece, Turkey, Egypt, Ukraine, Jordania...)
>> and I had already included other Arab countries, plus Spain, France, and
>> other movements: Trumpism, Brexiterism, and also we could include Metooism,
>> indignados, and all kinds of offendidisms & populisms... Everywhere there
>> are deep causes around for mass-mobilization, some are different, some may
>> be common. But it is not just the arrival of "conquistadores" scapegoat. By
>> the way, they parted away two centuries ago, and some of those countries
>> were not in bad shape 50-60 years ago (Argentina, Venezuela, Uruguay,
>> Cuba.... The case of Argentina is amazing: after WWI she was the fourth
>> richest country of the world. Venezuela's case, unfortunately, is more
>> dramatic). Coincidentally, in discussions with Islamic-inclined parties, I
>> was surprised to find another scapegoat widely argumented: the Crusades.
>> Islamic societies failed to make the different modern transitions due to
>> the cultural-political crisis brought forth by the crusades (seven-eight
>> centuries ago!). Well, to escape from traditional cliches or from political
>> preferences I think Acemoglu's views are quite balanced about these themes,
>> particularly in his 2012 book, *Why Nations Fail
>> <https://en.wikipedia.org/wiki/Why_Nations_Fail>*. Our colleague Howard
>> Bloom has also written penetrating analyses on the historical evolution of
>> Islamic societies versus the Western world.
>>
>>
>>
>> Summing up, that the new media are one of those deep causes contributing
>> to irritated socio-political and cultural climates is an idea that can be
>> found in quite a few analyses today. Coincidentally I could read this
>> weekend an international analyst with very similar opinions to my own on
>> the e-destabilization in the mentioned world regions. Widespread
>> mass-additions to e-life are a fact: data on use of screens are outrageous.
>> Adults in the US spend on average more that ten hours daily watching,
>> reading, listening to or simply interacting with media. US adolescents
>> spend an average of 9 hours daily in front of their cell phones screens. In
>> parallel, a growing epidemics of adolescent medicalization and prescription
>> of opioids and drug abuse is taking shape. That means a brave new style of
>> life and a brave new mode of thinking are on the advance...
>>
>>
>>
>> Best regards
>>
>> --Pedro
>>
>>
>>
>> El 22/11/2019 a las 12:54, Joseph Brenner escribió:
>>
>> Dear Pedro and All,
>>
>>
>>
>> I agree in general with Pedro on the importance of Turchin’s
>> transdisciplinary approach, but feel that something is missing in his
>> attempted synthesis in *Cliodynamics. *I say attempted for two reasons:
>> for me, he overemphasizes the role of mathematics – historical databases
>> and such, and the title of his journal is *Quantitative History and
>> Cultural Evolution. *This is not to say that mathematical methods do not
>> have a role, but if the objective is that history become an analytical,
>> predictive science like others so described, I see the potential loss of
>> its essential *qualitative* aspects. The statement that Trump is worse
>> than Nixon is not analytical.
>>
>>
>>
>> The (clio)dynamics of Pedro’s 5 points are also non-analytical and
>> non-mathematizable. However, he uses two, related terms that I think should
>> be unpacked: 1) low progress 2) secular oscillation. I see decades-long
>> trends of *re-*gress, such that only if the sinusoidal oscillation can
>> also move backwards is it fair to call it an oscillation*.*
>>
>>
>>
>> If it is a fundamental *irrationality* that is underlying current
>> cultural evolution –or perhaps better *de*volution, then the practice of
>> Information Science and Philosophy must take this into account to be
>> meaningful.
>>
>>
>>
>> I am not arguing for the sake of arguing, but the repetition of only the
>> most commonly accepted usages of terms is not going to help.
>>
>>
>>
>> Thank you and best wishes,
>>
>>
>>
>> Joseph
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> ------------------------------
>>
>> *From:* Fis [mailto:fis-bounces en listas.unizar.es
>> <fis-bounces en listas.unizar.es>] *On Behalf Of *Pedro C. Marijuan
>> *Sent:* vendredi, 22 novembre 2019 12:14
>> *To:* 'fis'
>> *Subject:* [Fis] The Age of Discord
>>
>>
>>
>> Dear FIS & IS4SI Colleagues,
>>
>> "The Age of Discord" was the title of a lecture that the historian and
>> sociologist Peter Turchin, founder of the Cliodynamics approach, gave
>> recently in the Netherlands. The slides can be easily obtained in the web
>> (in his blog). The content was mainly referring to a decades-long trend of
>> low progress and rise of inequality, and as a consequence growing social
>> unrest. It would form part of a secular oscillation in history... But I
>> think there is a new potent factor: the hyperconnectivity we talked weeks
>> ago.
>>
>> These days we are watching violent demonstrations in numerous countries:
>> Chile, Bolivia, Ecuador, Peru, Nicaragua, Iran, Irak, Lebanon... plus
>> Hongkong, Spain (Barcelona), France (gilets jaunes), and the rising
>> polarization from Trumpism and Brexit. There is a contagion effect in some
>> cases. But a common factor is the influence of social networks. In several
>> aspects:
>>
>> --How easy is to organize demonstrations and activist concentrations.
>>
>> --How easy is to disseminate information that efficiently counteracts
>> governments' efforts to maintain social order.
>>
>> --How easyly anger and hatred are shared among the masses, generating a
>> collective climate of insults, physical violence, highest irritation.
>>
>> --How easily outright lies, disinformation, vitriolic attacks are jumping
>> from screen to screen to the eyeballs of hypnotized watchers.
>>
>> --The proportion of "negative" to "positive" (say of emotional responses)
>> has become the highest in the history of communication.
>>
>> My opinion is that the new media and new modalities of hyperconnection,
>> still deprived of constraining cultural patterns, are the genuine movers of
>> this "Age of Discord", without rejecting the other factors implied in
>> Turchin secular views. This time there is something really new agitating
>> history and the masses (like printing press, steam engines...). Is there
>> hope that collective intelligence will domesticate this artificial
>> information flow soon? Of course, without a loss of individual freedoms.
>>
>> Best wishes
>>
>> --Pedro
>>
>>
>>
>> --
>>
>> -------------------------------------------------
>>
>> Pedro C. Marijuán
>>
>> Grupo de Bioinformación / Bioinformation Group
>>
>>
>>
>> pcmarijuan.iacs en aragon.es
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>> http://sites.google.com/site/pedrocmarijuan/
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